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Cripta della chiesa di Santa Maria maggiore in San Vito

Giovedi n.d.
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Sotterranei di varie epoche sotto la chiesa

Il sito fu scoperto durante lavori di restauro avvenuti tra il 1973 e il 1977, in occasione del quinto centenario della chiesa fatta edificare da Sisto IV nel 1477. «I lavori riportarono alla luce, oltre alla cripta, resti della strada romana (è ben visibile un tratto di basolato) e piccole sezioni di opere idrauliche connesse all'arrivo del più vecchio acquedotto romano, l'Anio Vetus, alla Porta Esquilina».
Un primo nucleo cristiano della diaconia si stabilì proprio nei pressi del castellum aquae, sul lato nord della chiesa attuale. Durante gli scavi riemersero anche antiche porzioni di Mura Serviane in blocchi di tufo di Grotta Oscura del VI secolo a.C., che, secondo la tradizione, furono fatte costruire da Tarquinio Prisco e completate da Servio Tullio, dal quale prendono il nome. Studi successivi hanno inoltre accertato che le mura erano fondate nel terreno vergine della valle dell'Esquilino vicino alla prima Porta Esquilina sulla quale, in epoca giulio-claudia, fu ricostruito l'Arco di Gallieno a tre fornici.

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